E’ possibile pescare all’interno di un’Area Marina Protetta e allo stesso tempo non danneggiare l’ambiente mantenendo la biodiversità?
La risposta è si, succede proprio a Camogli, una piccola perla della riviera ligure poco distante da Genova.
Esistono diverse tecniche e strumenti di pesca e, per preservare l’ambiente marino, è fondamentale una corretta politica di gestione in grado di realizzare una pesca sostenibile che garantisca la sussistenza delle comunità coinvolte direttamente e indirettamente nel settore della pesca, soddisfare i bisogni attuali senza compromettere gli stock ittici ed il benessere degli oceani garantendo così risorse disponibili per le generazioni future.
La pesca tradizionale è praticata su piccola scala, bassa tecnologia e capitale ed intrapresa da famiglie di pescatori che si tramandano la loro arte e conoscenza negli anni.
La Tonnarella di Camogli, con il suo intrinseco legame con il mare, gioca un ruolo fondamentale nell’Area Marina Protetta di Portofino e rappresenta, non solo una risorsa economica, ma anche un esempio di realtà in grado di mantenere la biodiversità all’interno di questa particolare area.
La Tonnarella di Camogli è un luogo dove la tradizione diventa innovazione. È infatti un sistema di pesca che va avanti con le stesse modalità da centinaia di anni ma allo stesso tempo è innovativo perché attento all’ambiente che ci ospita.
Ad oggi purtoppo il 34% degli stock ittici globali è sfruttato al di sopra del livello di sostenibilità e il 60% sfruttato a pieno regime.
All’interno della Tonnarella di Camogli, per preservare l’ambiente e gli stock ittici, si realizza una pesca sostenibile altamente selettiva in grado di non catturare i giovanili delle specie target e liberare le specie accessorie non di interesse commerciale utilizzando inoltre materiali ecocompatibili, come la fibra di cocco di cui sono fatte le reti.
La rete della tonnarella viene preparata ogni anno, a partire da circa 30 quintali di fibra di cocco importata dall’India, e calata nelle acque sottostanti la millenaria Chiesa di San Nicolò di Capodimonte realizzando un complesso labirinto dove il pesce entra e verrà poi selezionato dai pescatori.
Per capire come i pescatori della Cooperativa realizzano la pesca è possibile osservare i loro gesti e le levate che si susseguono ogni giorno, da aprile a settembre, 3 volte al giorno e che ruotano attorno alle loro barche: la poltrona, la vedetta e l’asino.
È una realta che vede protagonisti uomini, gesti, strumenti tradizionali e attenzione verso il pescato e l’ambiente.
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